Il Maestro Masunaga 2

Introduce una lettura più legata al sistema dei meridiani intesa come lettura della completa struttura energetica dell’individuo “Per agire attraverso i meridiani e gli tsubo dobbiamo captare la vita interiore. La malattia viene curata dalla vita stessa. La convinzione che è possibile curare la malattia con la vita ha valore essenziale”
Sottolinea il concetto di hara, fondamento della cultura giapponese, lavorando sulle aree di diagnosi che indica sia sull’addome sia sulla schiena, attraverso la tecnica della setsu shin dell’addome (diagnosi attraverso l’ascolto), e la pratica dell’ampuku-terapia (trattamento di riequilibrio energetico sulle aree di diagnosi).


Fino ad allora il metodo diagnostico più utilizzato dagli agopuntori era quello dell’ascolto dei polsi. Masunaga evidenzia nella sua mappa tutte le 12 aree energetiche legate ai 12 meridiani, sia nella parte anteriore del corpo che in quella posteriore. “Nella diagnosi orientale la simpatia e la compassione per il paziente sono importantissime… la diagnosi mediante il tatto offre la possibilità di avvertire la sofferenza del paziente. In altri termini noi non trattiamo la malattia del paziente, ma condividiamo le sue sofferenze”.
Sottolinea il concetto di hara in relazione alla pressione, dove l’effetto della pressione del praticante è dato dal suo hara, dal peso del corpo e non dalla forza muscolare. “La concentrazione a partire dall’addome e il rilassamento dell’intero corpo sono naturali. Tutta la cultura giapponese è basata su questo principio. … non dobbiamo concentrarci sulla tecnica digitale ma imparare a percepire l’energia che fluisce dentro di noi”
I principi di kyo e jitsu come diagnosi energetica e la relativa tecnica di normalizzazione: tonificazione e sedazione “Quando fate la diagnosi non cercate una malattia specifica, e quando curate il paziente non trattate la malattia ma migliorate la sua vita operando dalle radici del suo essere”
Lavoro di diagnosi sui meridiani attraverso le estensioni degli arti. Masunaga adotta delle estensioni precise per superficializzare i meridiani e poterne fare considerazioni in termini di kyo e jitsu. “Nello shiatsu il metodo migliore per conoscere le condizioni del paziente è la diagnosi attraverso i meridiani. …lo shiatsu prende in considerazione le alterazioni funzionali totali in termini di meridiani”
L’utilizzo delle tecniche attraverso i kata. Masunaga basa il suo shiatsu sul kata, che è una forma all’interno della quale vengono trattati in sequenza tutti i meridiani. Il metodo della ripetizione dei kata consente una padronanza dei movimenti e di conseguenza una maggior predisposizione all’ascolto.
Il lavoro a due mani: mano madre e mano figlia; una mano in ascolto, che sostiene, l’altra mano che lavora e porta la tecnica. “Quando nello shiatsu bi-manuale concentrate tutta la vostra energia nel vostro addome il paziente nel profondo del suo essere si sente unito a voi”
Praticare in totale unità con il proprio ricevente “Sentire la vita è diventare una cosa sola col tutto. La vita è sensazione di unità. Il termine –unità in questa accezione significa stato di incoscienza. Non è soltanto una parola. E’ simpatia vitale”
Ciclo di vita dell’ameba; Masunaga elaborò questa teoria partendo dalla sequenza dei meridiani, legandola non più ai cicli della giornata,(come nell’orologio cinese) ma al ciclo dell’intera vita. Per esemplificare questo concetto prese riferimento un essere unicellulare, legando ognuno dei sei stadi a due meridiani.


Masunaga definiva il suo lavoro “shiatsu dei meridiani”. L’idea di definirlo “Zen Shiatsu” gli venne per la traduzione del suo libro in lingua inglese. Non sapeva come definire questo shiatsu e gli sembrò appropriato utilizzare il termine Zen per indicare che alla base del libro c’erano filosofia e cultura ben precise.
Lo shiatsu di Masunaga ha avuto larga diffusione in occidente, maggiore dello shiatsu di Namikoshi.
Credo sia curioso segnalare che il significato degli ideogrammi del cognome Masunaga sia “Eternità che cresce”.